Un progetto per recuperare l’area dello storico Ponte di Pruno e dei vicini bottacci in collaborazione tra il Comune di Stazzema e l’Unione dei Comuni della Versilia: nell’area si trova il Mulino de Frate da anni apprezzato centro didattico ambientale, ma anche altri edifici in cattivo stato di conservazione che erano un tempo adibiti a mulini

Nelle vasche di Mezzomare, ossia nei bottacci, gli abitanti di Pruno erano soliti imparare a nuotare. Il complesso si compone di diversi edifici: dopo pochi minuti di salita dal ponte si arriva al primo mulino, poi lungo il torrente Deaglio dopo poche centinaia di metri si arriva al secondo rudere, più grande dell’altro. Dall’ingresso si accede a due vani comunicanti che presentano in totale quattro grandi finestre, una piccola ed in più varie fessure di forma rettangolare disseminate lungo tutto il perimetro della struttura. Lateralmente all’ingresso, un passaggio in muratura ad arco a tutto sesto, presenta nella parte superiore una marginetta. Mentre sul fianco destro del mulino, quello vicino al torrente, vi è un’apertura comunicante, probabilmente, con il vano sottostante in cui confluiva l’acqua dal bottaccio, un grande serbatoio in pietra sul retro del mulino, attualmente pieno di terra ed erba. Al primo mulino si macinavano castagne mentre al secondo grano e granturco. Un efficiente sistema di condotte e canali esterni garantiva la giusta confluenza dell’acqua fino alle due turbine del primo mulino, era ben distribuito in tutta l’area circostante. In una presa nei pressi dei mulini veniva anche immersa la canapa. Il progetto prevede il consolidamento, il rifacimento della copertura del mulino cosiddetto Leonetti di Mezzomare, degli infissi il consolidamento della spalla del ponte di Pruno per un totale di oltre 120mila euro. 

“L’area è diventata una meta tradizionale per le gite fuori porta”, commenta il Sindaco di Stazzema Maurizio Verona, “e attira ogni fine settimana centinaia di escursionisti, anche con visite organizzate da guide ambientali. L’intervento proposto prevede la sistemazione del mulino diroccato per riqualificarlo a bivacco ad accesso libero e costituire anche riparo a coloro che utilizzano l’area pianeggiante per i pranzi al sacco ma anche per attività sportiva e yoga all’aperto. Con l’occasione si intende consolidare la spalla del Ponte di Pruno, soggetto a spinta da parte del versante in destra idrografica, con una fila di micropali di consolidamento. Questo progetto che presenta l’Unione dei Comuni risponde ai criteri indicati dalla Regione nel PIT PNR perché non solo si recupera, ma si riutilizza edifici utili per la promozione del territorio”. 

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